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    Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura: la prima missione del Piano Draghi

    Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura: la prima missione del Piano Draghi

    6 missioni per fare ripartire l’economia italiana

    I numeri parlano da soli: investimenti per 221,1 miliardi di euro per 6 missioni per fare ripartire l’economia italiana con l’obiettivo di innalzare il Pil nel 2026 di 3,6 punti percentuali in più rispetto allo scenario di base, con un +3,2% del tasso di occupazione. Il nuovo Piano del Governo Draghi per traghettare l’Italia fuori dalla crisi pandemica è un solido pacchetto di riforme che ha al suo cuore la digitalizzazione sia della pubblica amministrazione sia dell’industria per risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana.

    Al primo posto svetta “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, con uno stanziamento complessivo di 49,2 miliardi.

    Obiettivo della prima missione è promuovere la trasformazione digitale del Paese e sostenere l’innovazione del sistema produttivo, investendo anche in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.

    Cultura digitale: un ritardo da colmare quanto prima

    Nel ritardo storico dell’Italia nei processi di digitalizzazione, un ruolo centrale è rappresentato anche dal procurement, come emerge dalla ricerca  “Procurement Performance Excellence” condotta dalla società di consulenza strategica per l’innovazione IPG Group insieme a JAGGAER, presentata in un webinar lo scorso 21 aprile 2021.

    “L’aspetto più interessante di questo ricco rapporto è che gli acquisti sono visti in modo sempre più strategico rispetto a 4 anni fa. I CPO stanno scalando la gerarchia aziendale, una chiara dimostrazione del ruolo fondamentale riconosciuto al procurement per sostenere il cambiamento, l’investimento e la progettualità aziendale” commenta Daniele Civini, Head of Sales di JAGGAER Italia. “Ma questa evoluzione risulta non essere ancora sufficientemente supportata da un’adeguata maturità digitale, certamente in Italia ma anche nel resto del mondo: i fondi potranno essere un ottimo e necessario volano per recuperare questo gap”.

    I dati raccontano in modo chiaro che, sebbene le nuove tecnologie digitali siano al centro dell’attenzione degli executive aziendali, le funzioni procurement non ne stanno ancora cogliendo tutte le potenzialità: ad esempio il 68% delle aziende intervistate dichiara di aver implementato soluzioni di Supplier Relationship Management ma solo il 2% gestisce la relazione interamente in digitale e ben il 30% non utilizza alcuna soluzione.

    Grafico-Adozione_Soluzioni-SRM

    Stupisce anche l’apparente basso interesse per le tematiche di gestione dei rischi di fornitura: oltre un terzo degli intervistati afferma che la propria organizzazione non ha programmato l’automazione dei processi di risk management, a fronte di un modesto 15% che, invece, lo ha già automatizzato. Un dato sorprendente, soprattutto in momenti di turbolenza come l’attuale, in cui l’attenzione alla mitigazione del rischio dovrebbe aumentare per cercare di arginare effetti devastanti quali, ad esempio, l’interruzione della produzione a fronte di mancate consegne da parte dei fornitori “rallentati” dalla pandemia.

    Digital procurement transformation: un caso di eccellenza

    Controcorrente ed estremamente positiva l’esperienza di DiaSorin, azienda italiana che sviluppa, produce e commercializza test per un’ampia gamma di aree cliniche che interessano lo stato di salute del paziente.

    Siamo partiti già due anni fa insieme a JAGGAER con un progetto che aveva un importante focus sulla digitalizzazione degli acquisti, allargando poi il perimetro anche ad altre attività confinanti con il procurement, come legal, finance e operation. Il tutto accompagnato da una forte spinta alla standardizzazione dei processi, prerequisito a qualsiasi progetto di digitalizzazione. Questo ci ha permesso di vincere sfide e ottenere risultati, altrimenti impensabili, in un continuo stato emergenziale come è stato il 2020, con catene di fornitura ferme, materie prime con disponibilità intermittenti e un picco di domanda da gestire” spiega  Luigi Spiegel, Global Procurement Senior Director dell’azienda in occasione del webinar “La  trasformazione digitale del procurement”

    Guarda il webinar on-demand

     

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